Che cos’è l’inclusione: definizioni e senso comune
Per introdurre cosa sia l’inclusione scolastica e l’inclusione sociale, apprendiamo dal campo della chimica e della biologia che l’ inclusione deve prima di tutto essere un incontro tra diversità.
Senza differenze non può esserci inclusione.
Il riconoscimento della diversità permette sia l’emergere delle differenze tra gli elementi che la possibilità che vi sia inclusione.
È quindi l’incontro a sancire l’esistenza delle caratteristiche peculiari che ogni elemento condivide con l’altro.
L’importanza della diversità non può essere ignorata, perchè è quella realtà che fonda l’essere insieme, tra due o più elementi.
L’inclusione sociale
Quando l’inclusione si riferisce a quella capacità di un gruppo di persone di rendersi permeabile alle differenze individuali, si parla d’inclusione sociale.
Il gruppo, ed ogni persona che ne faccia parte, acquisisce una nuova identità. Ma ciò che si impara è anche una nuova competenza sociale: essere inclusivi.
“Possiamo affermare che ogni persona del gruppo si senta automaticamente inclusa? “
“Per essere inclusivi è sufficiente essere fisicamente (o virtualmente) presente in un gruppo?“
No. L’ inclusione fisica non è sufficiente per sentirsi inclusi nè per essere inclusivi: a scuola, nel nucleo familiare, al lavoro o nelle amicizie quello che conta è sentirsi parte di un processo di conoscenza ed esperienza collettivo…sentirsi parte degli altri.
Sono due allora, gli argomenti che assumono molta importanza per capire di cosa si parla quando ci si riferisce all’inclusione sociale: la partecipazione e la diversità.
L’inclusione sociale è la partecipazione attraverso la propria ed unica diversità.
Pertanto che sia a lavoro, a scuola o in famiglia, l’inclusione sociale presuppone che la convivenza tra le persone sia frutto di un riconoscimento reciproco dell’ altrui diversità.
Cosi facendo, a ciascun individuo è dato il diritto di partecipare con la propria esperienza, indipendentemente dai limiti che la società stessa, o il gruppo, pone.
Inclusione: ostacolo o risorsa per il gruppo?
“Cosa accadrebbe nel caso in cui una finalità sociale, un obiettivo di apprendimento o di lavoro emerga con priorità tale, da porre in questione il gruppo?“
“Può la diversità essere percepita come un ostacolo piuttosto che una risorsa ?“
- La diversità è una risorsa perchè stimola a confrontarsi direttamente con la complessità della relazione.
- Stimola le capacità personali di risolvere un problema (problem solving).
- Ogni persona è unica nella sua diversità e grazie a questa apporta novità e cambiamenti
- La diversità arricchisce l’esperienza del gruppo nella costruzione dei suoi obiettivi.
- Novità e cambiamento sono i binari su cui si muovono l’apprendimento e la crescita.
Prima di rispondere alla questione, si dovrebbero tenere a mente questi punti, soprattutto a scuola. Ecco perchè è importante che la diversità sia sempre al centro del dialogo educativo…
L’ inclusione scolastica
Si può definire inclusione scolastica un processo di costruzione della didattica fondato sulle emozioni collegate dal momento dell’ apprendimento. L’inclusione scolastica è:
- Sociale perché tutti beneficiano dell’opportunità di apprendere in modi diversi.
- Educativa perché è un processo che si realizza nello svolgersi dell’ attività didattica, tra le persone, nella relazione finalizzata all’apprendimento.
- Psicologica perché promuove l’ inclusione delle emozioni e delle motivazioni permettendo lo sviluppo di una comunicazione e l’uso di un linguaggio finalizzati all’apprendimento.
Quando l’inclusione scolastica diventa effettivamente un percorso educativo, psicologico e sociale, la relazione educativa assume una funzione di prevenzione psicologica. Basti pensare al fatto che sentirsi inclusi sia un bisogno affettivo che nutre l‘immagine positiva che ognuno ha di sè e delle proprie capacità.
Il prossimo approfondimento sarà incentrato sul contributo che un’effettiva inclusione scolastica assume in funzione di una prevenzione psicologica, possibile a scuola.
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